Scritto da Monica Cimbro

“A educação é a chave para o futuro” (L’educazione è la chiave per il futuro) è la frase che ho letto su un cartello del barrio più povero di Luanda, mentre la macchina che ci riaccompagnava verso la casa dell’Obra Divina Providência dondolava tra buche e sporcizia disseminata ovunque.

Questa mattina, nella scuola materna della parrocchia São Joäo Calábria, l’educatrice ha chiesto ai bimbi di 4 anni di disegnare un quadrato e un cerchio sulla lavagna; qualcuno ce l’ha fatta al primo tentativo, altri hanno disegnato quadrati con lati curvi e cerchi schiacciati, altri ancora hanno faticato a distinguere tra le due forme.

La consapevolezza che, a fronte di un recente sviluppo economico vertiginoso legato all’estrazione del petrolio – seppure a vantaggio di una parte ridottissima della popolazione – , in Angola siano carenti una educazione diffusa ed educatori qualificati è sempre emersa nelle conversazioni con chi è nato in questo grande paese o chi con chi ne è diventato figlio per vocazione.

La mente va allora agli incontri di formazione con gli infermieri e i tecnici della salute dell’ambulatorio di Huambo, un piccolo e dignitosissimo centro di assistenza sanitaria per i più poveri, dove ho trovato un armadio per i farmaci sconsolatamente vuoto, ma anche operatori con tanta voglia di migliorare ed aggiornare le proprie conoscenze per offrire cure migliori. Infermieri e tecnici che ogni mattina visitano fino a 50-60 pazienti, quasi esclusivamente donne e bambini con malattie respiratorie e parassitosi, cercando di disegnare cerchi e quadrati con scarsi mezzi diagnostici e ancora meno mezzi terapeutici.

Penso a quattro giovani italiane di poco più di vent’anni che, insieme ai ragazzi del centro Criança Feliz, si armano di pittura, rulli e pennelli e ridanno luce e vita alle pareti della casa. Sì, forse si potevano scrostare meglio i muri, lo faremo la prossima volta, cerchi e quadrati più regolari.

Perché l’educazione, come la geometria, è fatta di tentativi ma necessita di esercizio costante e passione così che le linee e le forme siano misura vera, precisa, dell’animo di ciascuno.

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