Diario del secondo giorno di cammino di ESF, scritto da Giulia Franceschina
“Pronti a partire
rischiare la strada
i fiori più veri non son quelli di serra”
Eccoci al secondo giorno di cammino, giorno in cui noi tutti esf abbiamo potuto assaporare la concretezza del cammino, la possibilità di mettere un passo dietro l’altro e scoprire quali meraviglie può regalare l’esperienza di “fare strada”.
Ci sono tanti modi di vivere il camminare, il migrare da un luogo all’altro ed è stato importante veder scorrere la strada sotto i piedi in modo differente. Prima conoscendo il proprio gruppo e vivendo la condivisone di un sorriso e di una risata, per poi rimanere per alcuni passi nella solitudine ascoltando il proprio respiro ed i propri pensieri, e poi di nuovo ritrovarsi con uno solo di quei tanti compagni di viaggio e vivere passi in cui la tua attenzione è rivolta solo a quel compagno, a quel volto che cerchi di conoscere, di indagare, di cogliere nelle sue espressioni, nella sua storia. Ogni volta penso a quanto sia affascinante la possibilità di essere i poli di una dialettica e di come sia arricchente la possibilità di essere riconosciuti come uomini e donne portatori di una storia, di un’esperienza.
Tre diversi modi di battere il ritmo sulla strada, senza mai perdere di vista tutto quello che ci circonda, senza perder di vista soprattutto quelle parti di terra e di cielo che solo grazie ad una speciale lentezza si possono cogliere nella loro particolarità.
Ci siamo messi in viaggio consapevoli di essere educatori scartini, cioè quelli che vogliono a provare a vedere le lucciole anche di giorno, quelli che sono “fragili come il vaso soffiato dall’artista di Murano, ma preziosi ed unici figli di un soffio che crea capolavori”. Mi sono messa in viaggio, disposta a farmi guidare, liberandomi di tutto il superfluo che appesantisce le zaino e forse il cuore, per trovare accoglienza, condivisione, parole che ora non pesano, ma arricchiscono il mio bagaglio. Il viaggio continua…
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