Scritto da Fabio Iadeluca
La vera notizia è che il mio arrivo c’è stato!
Visto, biglietti aerei, ore di bus tra Luanda e Huambo, sonno da viaggi notturni, tutto ci è apparso un ostacolo.
Questa “mia prima Africa” si è fatta attendere, la “nostra Angola” ha scelto di farsi lontana, quasi inarrivabile, ha scelto di accrescere in noi il desiderio, la voglia, la speranza.
E poi non ci ha deluso.
Tanti occhi profondi e caldi erano sulla porta, curiosi, attenti, desiderosi di incontrarci.
Il Centro Crianza Feliz è pronto ad accoglierci, abbiamo una casa tutta per noi, nuova di zecca a sottolineare quanto fosse importante per i ragazzi il nostro arrivo. Talmente importante che per l’occasione tutte le frontiere della novità sono già superate, la distanza tra me ed i ragazzi è invisibile, nemmeno la lingua è un ostacolo, a loro non interessa se ci parliamo in italiano, in spagnolo o in un portoghese qualsiasi, noi ci siamo e questa è l’unica cosa che conta. Sarà perché qui in Africa l’incontro passa prima attraverso lo sguardo fisso ed infinito, sarà perché il tempo dell’attesa lo abbiamo vissuto prima di partire, sarà perché mi sentivo pronto per partire. Mi sentivo pronto in un modo sconosciuto, ero sereno, non dovevo scappare dal mio mondo come spesso mi era capitato in passato, ero pronto per ricevere.
La mia prima volta in Africa è passata attraverso il sud America, il centro America, attraverso la fuga, la mia prima Africa mi attendeva, con la calma e la pazienza della gente di questo continente, la mia prima Africa mi voleva pronto!
I ragazzi ed il centro ci daranno tanto lavoro, ma abbiamo entusiasmo perché sentiamo il terreno fertile, perché tutto qui è in attesa di sbocciare…
Il mio arrivo a Huambo è un arrivo senza frontiere.
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