Scritto da Rosario Volpi
“Il mio sogno è costruire una casa e andarci ad abitare con una bella ragazza e avere due bambini che chiamerò Miriam e Giovanni” ha risposto così Michael a Celeste che in questi giorni sta chiedendo ai ragazzi cosa sognano. Michael, 14 anni vissuti in strada, da due anni qui da noi, sogna una casa, quella di mattoni, che si costruirà da se – visto che studia da muratore – e una casa, una famiglia, fatta di relazioni e di amore, che speriamo la vita gli dia una mano a costruire. Fa tenerezza in questo periodo, la sua ragazzina, Patricia, l’ha lasciato per un altro, perché lui è orfano… tutti questi pensieri li aveva fatti insieme a lei e adesso si ritrova a sognare da solo e a cercare un altra ragazzina, ma lei proprio non riesce a dimenticarla. Però, mi dice, i miei figli si chiameranno comunque Miriam e Giovanni chissà perché poi. Comunque lui è un bel ragazzo, intelligente e simpatico quindi prevedo che passeranno presto le sue pene d’amore.
Poi Celeste chiede a Tolotra. Viene dalla strada anche lui, intelligente anche lui, ormai parla italiano e usa l’i-pad meglio di me, ma il suo “sogno” è cupo, non ha la luce dei suoi occhi. Sua madre viene sempre al nostro cancello, ubriaca e lurida, anche quel giorno, il giorno della domanda. Mi guarda Tolotra e mi dice “hai capito adesso perché il mio sogno è questo?!”
Tolotra vuole andare a vivere tutto solo in una foresta e cercarsi da vivere, poi a 80 anni, ormai stanco e per non essere di peso a nessuno, si toglierebbe la vita. Hai capito adesso perché è questo il mio sogno? “perché non ho nessuno, non ho una famiglia, guarda mia madre!”. Qualche giorno fa la stessa scena, lei al cancello che gli urla, “prendi tuo fratello e venite via con me, io sono la vostra famiglia” e lui, con una rabbia che non gli avevo mai visto in faccia le ha urlato contro “sento la puzza da qui, tu bevi e ti ubriachi sempre, allora è l’alcool la tua famiglia!”. L’ho abbracciato e ho detto poche parole, perché in questi momenti ha solo bisogno di un cuore che batte accanto al suo.
I nostri sogni oggi fanno i conti coi sogni dei nostri ragazzi, le nostre storie e le nostre paure con le loro. Se oggi Celeste chiedesse a me, a noi, quali sono i nostri sogni, cosa risponderemmo?
Io oggi vorrei solamente che i nostri ragazzi potessero conoscere l’amore che è l’unica cosa che rende felice il cuore dell’uomo, possano conoscere la tenerezza di una carezza, il calore di un abbraccio sincero, possano avere delle persone su cui contare e di cui fidarsi sempre.
Io per me non so cosa sognare, si, piacerebbe anche a me una casa, vedere le meraviglie del mondo… ma ho avuto tutto, ho l’essenziale e sono felice così. Il mio sogno oggi è che i nostri ragazzi possano imparare a sognare cose belle.
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