Scritto da Marialisa
Caro educatore senza frontiere, è da tempo che non prendo in mano carta e penna per riordinare i miei pensieri ed ora devo farlo con te. Ti chiedo già di scusarmi perché sarò confusa e forse un po’ disconnessa, ma ti prometto che mi impegnerò perché in qualche modo, tu sei la mia opportunità, quella possibilità di tornare ad abitare me stessa, quel libro sul comodino ancora da iniziare, la valigia pronta ma ancora da chiudere.
Sono già partita sai? Sono salpata dal mio vecchio porto sicuro e conosciuto, ho scelto il mare aperto delle infinite possibilità di essere, ho strappato pagine e versato lacrime, ho fatto versare lacrime e fatto strappare pagine. Oceano davanti ai miei occhi, ora le mie vele sono spiegate in attesa del vento, ma tutti sanno che nessun avventuriero può affrontare un lungo viaggio senza bussola.
Caro educatore senza frontiere, ho perso la mia bussola. Forse le tempeste del mare l’hanno risucchiata sui fondali o forse è nella stiva della mia nave, fra un baule impolverato e l’altro. Certo è che vorrei ritrovarla e riprendere a navigare.
Qui il vento è fortissimo, talmente potente da non riuscire a sentire altro che la sua voce. Lei è terribilmente affascinante e sembra portare i profumi di tutto il mondo. Ma talvolta è assordante ed io devo tapparmi le orecchie per non impazzire di fronte alla sua grandezza.
Vorrei un giorno salire sul ponte e urlare fortissimo a quel vento e dirgli che dovrebbe darmi tregua, che dovrebbe smetterla di insistere perché adesso tocca a me! Io voglio urlare ancora più forte di lui, perché la mia voce può essere potente, eppure fioca.
Tu certo sei un navigante esperto, ed è per questo che ti scrivo, perché mi fido di te, della tua passione per il mondo, per la vita, per l’avventura. Perché so che tu, come me, non vuoi una vita ordinaria: perché una vita ordinaria la possono avere tutti; io come te voglio una vita straordinaria. Voglio amare, piangere, cadere, sanguinare, ridere a crepapelle, ballare a piedi nudi, colorare, spettinare, leccarmi le dita dopo aver mangiato. Voglio fare tutto questo in modo irripetibile!
Così ti scrivo caro educatore senza frontiere, perché mi affido a te per chiederti di aiutarmi a trovare quella bussola smarrita che potrà guidarmi verso la mia baia, dove sarò felice di accoglierti e brindare con te, urlando al vento, più forte del vento.
Andrea