Io miaraka tu? è così che mi ha risposto Tahina, un ragazzo di Ambalakilonga, con gli occhi che gli brillavano di gioia, quando gli ho chiesto se mi accompagnava in città per delle commiossioni, niente di particolare ma l’avevo chiesto proprio a lui.
Io miaraka tu? vuol dire: “Io con tu?” o meglio “Io e te?”, quando l’abbiamo sentito, io e Rosario, ci siamo messi subito a ridere, un miscuglio di lingue che prendevano forma e senso; come spesso si sente qui fra i ragazzi che parlano un po’ di italiano e noi volontari che parliamo un po’ di malgascio.
In questo Paese si vede e si capisce la semplicità, quella dei gesti e dell’essere, qui meno hai e più sei disposto a dare, più hai e meno sei disposto a dare, come quando a Natale abbiamo portato del riso pomodori e altro in un villaggio qui vicino e per ringraziarci ci hanno regalato 5 galline e una pecora.
Per i nostri ragazzi, anche se non per tutti, basta poco una semplice attenzione, una considerazione o un gesto affettivo, come in una famiglia.
In questa risposta “Io miaraka tu?” si rinchiude un metodo educativo efficace e semplice, forse tutti i veri genitori già lo conoscono, ma per me che ancora non ho figli, anche se qui due o tre ne ho adottati, fare le cose insieme, come un papà che gioca, rimprovera, studia e fa lavori insieme al figlio, mi sembra di tornare a quando avevo 8 anni ma dall’altra parte, quella del papà.
Che scoperta è? Niente di nuovo, e tra l’altro già lo facevo, ma qui ha preso un altro senso un altro valore è stata una scoperta, una concretizzazione, una presa di coscienza, di un empatia che abbiamo tutti o dovremmo, basta solo usarla.
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