Scritto da Gabriella Ballarini
In questi mesi sono arrivati e continuano ad arrivare nelle nostre caselle di posta decine e decine di questi messaggi: vorrei diventare un Esf, non so bene di cosa vi occupate, ma sono attirato, come posso diventare uno di voi?
“Diventare Esf”, ancora oggi, dopo 8 anni di vita dell’associazione, non saprei come spiegarvelo e infatti mi viene in aiuto Ilaria, una volontaria che sta per partire per il Rwanda e che oggi, durante il pranzo, mi ha detto: “Gabry, ora ho finalmente capito cos’è Esf, è un luogo dove educatori ed educatrici possono formarsi, farsi domande, un luogo di incontro dove confrontarsi e conoscersi meglio. E il viaggio sai cos’è? È solo uno dei tanti modi per fare formazione”.
Grazie dunque ad Ilaria che oggi è passata a salutarci, ecco cosa vuol dire diventare Esf. E poi aggiunge: “ditelo ai nuovi, quando arriveranno, non ci capiranno proprio niente!”
Dunque prende il via così quest’anno formativo, il titolo sarà “Diario di un educatore errante”. In questa frase sono racchiuse le nostre dimensioni principali: la narrazione, l’educazione e l’itineranza.
Siamo educatori ed educatrici educabili, questo è il nostro punto di partenza imprescindibile.
Il percorso si articolerà in 5 incontri che si terranno da novembre a giugno del prossimo anno, diverse le dimensioni che si attraverseranno, don Antonio Mazzi e Cristina Mazza, come responsabili dell’associazione, ci accompagneranno per tutto l’anno in questo cammino formativo. Diversi i docenti che contribuiranno al diario di un educatore errante: dal professor Giuseppe Vico con il suo incontro di apertura di Novembre, all’autobiografia che vivremo con la professoressa Emanuela Mancino, passando per i laboratori su voce e teatralità con Sandra Passarello. Valter Drusetta condurrà gli incontri di team building e Barbara Invernizzi camminerà con noi ad Assisi.
Non mi resta che augurarci un anno insieme, un anno di itineranza e di rivoluzione.
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