Scritto da Elisa Compagnone e Caterina Gucciardo
Cosa fanno in Madagascar il 60 % dei vhazah (stranieri) al di sopra dei 55 anni? Vivono l’illusione dell’eterna giovinezza.
Sono italiani, tedeschi, ma in maggioranza francesi i sessantenni che tentano di ingannare la loro età circondandosi di belle e giovani ragazze. In Madagascar le città in cui è presente un’elevata percentuale di turismo sessuale sono quelle sulla costa; Tulear, Mahajanga Nosy Be e Diego Suarez. L’illusione per questi uomini non è solo quella di risentirsi giovani e cool, ma anche quella di sentirsi ricchi. Se in Europa con uno stipendio medio o una media pensione il tenore di vita è anch’esso nella media, in Madagascar è ben più elevato. Possono permettersi di comprare o affittare grandi case, fuori strada, quad. Fanno investimenti immobiliari o finanziari. Possono andare al ristorante tutti i giorni, posso cambiare ragazza ogni sera e regalare loro vestiti e gioielli. Possono soprattutto fare sesso ogni volta che lo desiderano.
Chi sono queste donne? In verità sono delle ragazzine poco più grandi di 19 anni, spinte dalle loro famiglie a cercare il “vhazah” che le possa mantenere o le possa pagare bene anche solo per una notte. Sono belle, appaiono ingenue, non parlano francese, hanno vestiti succinti e popolano le discoteche la notte. La discoteca è il luogo degli incontri, è il luogo degli scambi, è una passerella per mostrarsi e farsi scegliere dai clienti.
Non sempre però le relazioni svaniscono in una notte, delle volte possono durare mesi, delle volte ci si può anche “affezionare”. <<ho finito per affezionarmi a questa ragazza, la voglio salvare>> così ci racconta un uomo sulla cinquantina <<per tutto il periodo in cui non ci sarò le pagherò un appartamento e le darò un budget mensile così non dovrà più prostituirsi>>, continua dicendo <<e fra otto mesi quando tornerò saremo ancora insieme>> . Il letto dell’appartamento però sarà rigorosamente piccolo e lei non potrà né studiare né lavorare <<altrimenti arriva un vecchio e me la porta via>>.
Dunque il destino di questa giovane Penelope tropicale sembra segnato; rimanere a casa ad aspettarlo tessendo tappeti di rafia. Sarà una Penelope annoiata, poco colta, sempre dipendente dal suo uomo, con poca dignità e libertà di scelta. Farà l’amante come mestiere, ma come dice lui, almeno sarà “salva”.
Durante il viaggio di ritorno una di loro si è seduta accanto a me e stringeva tra le braccia una bambola. Voleva sentirsi ancora bambina? immaginava un figlio che non poteva avere, ma desiderava? O immaginava di essere quella bambola e desiderava che qualcuno la difendesse così come faceva lei stringendola a sé?
La responsabilità in questi casi di chi è ?chi dovrebbe difendere queste “bambole” nere?.
Lo Stato, la società civile cosa fanno? Forse sono proprio loro, che attraverso un comportamento omertoso, diventano i principali complici della continua ricerca della giovinezza di questi uomini. Se la loro pero è un’illusione, non lo è di certo il denaro che ogni giorno riversano nel paese., facendo girare l’economia. Sarà per questo che nessuno dice niente?
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