Scritto da Francesca Riva
Eccomi in Madagascar, chi l’avrebbe detto, questa volta, la terza, partecipando al servizio civile internazionale, ma è come se fosse la prima…questa volta mi sembra tutto nuovo e rinato, tutto più verde, sarà la stagione estiva, ma questa volta voglio vivere tutto come se fosse un nuovo inizio…Stasera, durante la cena, suona la vicina di casa con la sua famiglia e Rosario capisce subito che un bambino sta per nascere, è Olivia, in questi giorni sarebbe diventata per la terza vota mamma, e ora le acque si sono già rotte, così io e Rosario prendiamo la macchina carichiamo tutti e tutto e ci dirigiamo verso l’ospedale pubblico. La prima parte della strada è piena di buche, canali, fosse e piccole dune, era la prima volta che guidavo la sera ed era la prima volta che accompagnavo una mamma all’ospedale per partorire, stavo attenta a non prendere troppo forte i colpi, menomale la sera la strada non è affollata di persone come di giorno…
Arrivati al pronto soccorso/triage, Olivia viene trasferita in maternità, un altro reparto distaccato, c’è bisogno di accompagnarla in macchina, ancora spostamenti per Olivia, scale e cambi di tre camere prima di poter sentire e vedere suo fglio appena nato. Io, Rosario e il papà aspettiamo fuori, la mamma e la suocera di Olivia sono in sala parto, Rosario intanto mi racconta che qui in Madagascar ogni prestazione e visita deve essere pagata, e anche i medicinali e tutto l’occorrente per le operazioni e interventi devono essere recuperati prima, così, dopo la visita dell’ostetrica che ci prescrive le medicine, io e Rosario andiamo nella farmacia dell’ospedale per acquistarle, aspettiamo più di un quarto d’ora e intanto Olivia aspetta… Appena entrati in ospedale il compagno e la mamma di Olivia ci stavano aspettando perchè pensavano non trovassimo la farmacia, i tempi malgasci sono tempi lunghi, di attesa e di pazienza…e di pazienza Oliva ne ha molta, non l’abbiamo sentita lamentarsi neanche una volta, neanche un sospiro profondo, neanche una richiesta, niente, solo la sofferenza nei suoi occhi perchè era arrivato il suo momento e quello del suo terzo figlio… Qui a Fianarantsoa ogni paziente deve procurarsi tutto l’occorrente, dai farmaci, al secchio, al materasso se deve essere ricoverato, agli asciugamani, al cotone, all’alcool…chi non se lo può permettere, e molti, partoriscono in casa.
Gli infermieri fanno continuamente avanti e indietro per “attrezzare” la sala parto, ci siamo, sono le 21.31, nel silenizio dell’attesa, sentiamo il primo vagito, Olivia non ha emesso una sola parola, ci meraviglia questa sua forza e sopportazione silenziosa…è la prima volta che vedo un bambino appena nato, ha un minuto di vita e pesa 3.5 Kg, ma il papà non sa ancora il nome, la mamma e le donne lo sceglieranno…è bellissimo come con la mamma stia tranquillo e stai bene…siamo tutti emozionati, anche se per lei è la terza volta è come se fosse la prima…il miracolo della vita mi lascia senza parole e con un velo di mistero rimane ancora questo paese…
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