Scritto da Gabriella Ballarini

Sabato 17 Dicembre, in una Milano dal cielo a specchio, Piazzale Loreto si riempie a singhiozzi, si srotolano gli striscioni, “ci ritroviamo all’angolo via Padova” si sente al telefono, anche i Fandema sono pronti, un gruppo di uomini e donne che ha scelto il teatro come strumento di denuncia, di riscatto: è della loro manifestazione che vi parlerò. È bello raccontare una giornata come quella di ieri partendo da chi l’ha voluta questa giornata, ancor prima della tragica scomparsa di Samb e Diop, da chi si è preparato e ha detto: “io vado alla manifestazione per raccontare una storia”. Il teatro è fatto così, a teatro si raccontano storie e così ha fatto Fandema, ha raccontato una valigia di storie.
Un viaggiatore si mette in cammino, con la sua piccola valigia verde colma di frammenti, carica di ricordi e di prospettive. Attorno al viaggiatore vivono gli ostacoli, le oppressioni, gli impedimenti. Questa l’azione itinerante dei Fandema che hanno percorso tutto il corteo, fino all’arrivo di fronte alla Stazione Centrale. Immagini fisse e gesti ripetuti hanno accompagnato i manifestanti, ignari testimoni agilmente reattivi delle vicende di Gina, Munir, Mahmoud e molti altri portatori sani di storie, viaggi-attori e messaggeri della loro voglia di esserci. Fotografi e curiosi attorno alle statue viventi, Ali con il suo cappello dispensando ricordi e si riparte fino a che arriva il momento in cui la storia diventa una sola, l’arrivo. E la gente attorno ai Fandema, un cappello che Alexandra fa girare dove le storie sono scritte e gli oggetti del viaggiatore si svelano e i manifestanti leggono e come un filo invisibile ci legano. Il sole sta tramontando e ci stringiamo tutti in un piccolo cerchio per cantare, che le nostre voci arrivino a Firenze e da lì corrano oltre per accompagnare chi è stato ucciso, per impedire che altri muoiano, almeno questo è il nostro sogno, il nostro messaggio di pace. Il piccolo cerchio si allarga, altri manifestanti passano e vogliono prenderci per mano, tutte le voci diventano una voce sola, magia del canto, ci congediamo con allegria concedendoci un altro canto, di buon auspicio, per portarci a casa il cammino, la speranza: una mano che prende e una mano che dona.

Per conoscere i Fandema: http://fandema.tumblr.com/

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