“Mbola tsy ampy!”, non smettere ancora, mi diceva Victor, mentre gli facevo il solletico. Tra i volti dei bambini di strada, il suo è quello che rimane maggiormente impresso. Ha quasi sempre un’espressione seria, gli occhi da adulto, lo sguardo di chi sembra averne viste e vissute di ogni tipo.
Se ne stava in disparte oggi, con quella sua aria da supponente, non voleva partecipare ai giochi che avevamo organizzato, ci guardava con apparente distacco dal bordo del campo di calcio; allora mi sono avvicinata a lui, l’ho fatto salire sulle mie spalle e l’ho portato a fare un giro… finalmente l’ho sentito ridere. Dopo un po’ ci siamo seduti sul prato e ho cominciato a fargli il solletico. Si dimenava e si rigirava, cercando di coprirsi la pancia come poteva.
Rideva forte, Victor, e sembrava sempre più bambino. Rideva e quella sua maschera da piccolo adulto vissuto si scioglieva pian piano. Rideva e i suoi occhi si illuminavano di una luce infantile.
“Ampy!”, basta, ha cominciato a supplicare, ma appena ho smesso ha subito replicato “Mbola tsy ampy!”
Voleva che continuassi, voleva ridere di quella risata liberatoria che lo faceva sentire ancora un bambino.
Chissà se ogni tanto si ricorda di esserlo…
Elisa Frezza
No comments yet.