Dopo un mese in Brasile é arrivato il momento di fare il punto della situazione…e per me non é per niente facile. Mentre la mia compagna di viaggio butta fuori energia da tutti i pori, le mie batterie si stanno scaricando. Il lavoro é bello, ma io e i bambini viviamo su due pianeti diversi, non a caso un bambino ieri mi ha chiesto se io vengo da un altro mondo. La situazione in cui vivono queste persone mi ha sconvolto solo i primi giorni, poi ci fai l’abitudine: fai l’abitudine ai cani malati per strada, agli spacciatori fuori casa, ai drogati che ballano in mezzo alla strada, alla puzza dei bambini che non possono lavarsi perché non hanno un bagno in casa, ai mille cancelli e lucchetti che separano la tua casa dalla strada, alla fame dei bambini quando arrivano il lunedí mattina, ai mucchi di spazzatura per strada e dopo un po’ fai l’abitudine anche al pensiero che i cani sono come i bambini.
Qui l’usanza é quella di fare un figlio per due motivi: primo per dimostrare all’uomo il proprio amore e poi perché la donna incinta non si tocca (piccola regola non scritta).
Dopo un mese in Brasile tutti mi chiedono se ho nostalgia dell’Italia e la mia risposta é sempre no… perché dovrebbe mancarmi l’Italia!? cosa c’é di piú in Italia che qui non c’é. Si, va bene, in Italia ci sono mamma e papá, ma non vederli per qualche mese non mi pesa cosí tanto… avró una vita per vederli…
Allora tutti mi dicono: “Ma gli amici non ti mancano?!” e qui casco dal pero! Ma quali amici dico dentro di me!? Mi hanno sempre insegnato che gli amici sono quelli che non ti lasciano mai, neanche quando sei dall’altra parte del modo, che ti pensano ogni tanto e trovano due minuti al giorno per scriverti un messaggino.
Allora capisco che quello che sto imparando in questo viaggio non arriva dal Brasile, ma arriva dall’Italia!
In effetti ho fatto un’altra scoperta, che arriva della mia compagna di viaggio. Ho scoperto che condividere tutto non é cosí facile. O meglio, ho scoperto che condividere non significa solo fare tutto insieme e poi parlare delle emozioni e dei vissuti personali con lei! condividere é parlare e ascoltare…
La vita che conduciamo qui è semplice, senza grandi cose, senza pazze serate o vestiti complicati, cose che appartengono ad un altro emisfero. Mi rendo allora conto di tutte quelle cose futili di cui si vive a casa… è inutile elencarle perché ognuno in cuor suo, spero, le conosca!
Presto a letto con i rumori degli spari e dei petardi, e presto in piedi con la rugiada che ogni mattina mi bagna i piedi e tanto lavoro durante tutto il giorno… non so se mi fa bene o male. Penso che tutto questo mi servirà per capire una vita diversa, per sentirne l’odore e il sapore, per capire quanto siano profonde le mie radici, per vedere se sono radici nel terreno o se sono radici di una pianta da vaso che si può trasportare e che risente in modo relativo dello spostamento.
Qui l’usanza é quella di fare un figlio per due motivi: primo per dimostrare all’uomo il proprio amore e poi perché la donna incinta non si tocca (piccola regola non scritta).
Dopo un mese in Brasile tutti mi chiedono se ho nostalgia dell’Italia e la mia risposta é sempre no… perché dovrebbe mancarmi l’Italia!? cosa c’é di piú in Italia che qui non c’é. Si, va bene, in Italia ci sono mamma e papá, ma non vederli per qualche mese non mi pesa cosí tanto… avró una vita per vederli…
Allora tutti mi dicono: “Ma gli amici non ti mancano?!” e qui casco dal pero! Ma quali amici dico dentro di me!? Mi hanno sempre insegnato che gli amici sono quelli che non ti lasciano mai, neanche quando sei dall’altra parte del modo, che ti pensano ogni tanto e trovano due minuti al giorno per scriverti un messaggino.
Allora capisco che quello che sto imparando in questo viaggio non arriva dal Brasile, ma arriva dall’Italia!
In effetti ho fatto un’altra scoperta, che arriva della mia compagna di viaggio. Ho scoperto che condividere tutto non é cosí facile. O meglio, ho scoperto che condividere non significa solo fare tutto insieme e poi parlare delle emozioni e dei vissuti personali con lei! condividere é parlare e ascoltare…
La vita che conduciamo qui è semplice, senza grandi cose, senza pazze serate o vestiti complicati, cose che appartengono ad un altro emisfero. Mi rendo allora conto di tutte quelle cose futili di cui si vive a casa… è inutile elencarle perché ognuno in cuor suo, spero, le conosca!
Presto a letto con i rumori degli spari e dei petardi, e presto in piedi con la rugiada che ogni mattina mi bagna i piedi e tanto lavoro durante tutto il giorno… non so se mi fa bene o male. Penso che tutto questo mi servirà per capire una vita diversa, per sentirne l’odore e il sapore, per capire quanto siano profonde le mie radici, per vedere se sono radici nel terreno o se sono radici di una pianta da vaso che si può trasportare e che risente in modo relativo dello spostamento.
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